Nessuna verità sul virus e l’immunità di gregge dai complottismi
Non è stato un azzardo liberare il transito transregionale a giugno. Anzi si, sarebbe stato meglio attendere luglio. Dobbiamo temere una nuova ondata di contagi in autunno. Ma no, il virus è già mezzo morto oggi. L’Idrossiclorochina è una sostanza efficace contro il coronavirus. Sarà, ma provoca gravi effetti collaterali, afferma uno studio pubblicato da autorevoli riviste scientifiche internazionali e fatto proprio dall’OMS. Quel paper non vale nulla, svela il quotidiano inglese Guardian, numeri alla mano. La società che lo ha diffuso, poi, è affatto autorevole e annovera ai suoi vertici una scienziata del porno, una pornostar. Bar e ristoranti devono sanificare ogni giorno. No, solo prima di riaprire dopo il lockdown. Ma no, ma che sciocchezze, sanificare troppo è un rischio.
Brusaferro, Zangrillo, Gherlone, Crisanti, Capua, Tarro, Montagnier, Ricciardi, Lopalco, Rezza, Ippolito, Pregliasco, Galli, Ascierto. Non è l’appello in classe, è un elenco parziale dei virologi che hanno preso la parola in questi mesi, strillando la propria verità e le proprie previsioni.
Hanno detto tutto e il contrario di tutto. Alcuni hanno addirittura condizionato le scelte del Governo, essendo coinvolti in qualità di consulenti o componenti del comitato tecnico scientifico.
Non c’è Burioni nell’elenco. Passata la buriana, è passato alla dietologia e ha pubblicato sul suo sito la dieta universale per smaltire i chili presi durante il lockdown. C’è da attendersi una sua presa di posizione sul caldo estivo e la necessità di indossare abiti larghi in fibra naturale, mangiare molta frutta e verdura, limitare gli alcolici e le bibite gassate. Non uscire nelle ore più calde della giornata Per quanto riguarda, poi, il distanziamento in spiaggia, in acqua, in aereo, al bar e via discorrendo non v’è dubbio che stia per pubblicare un testo risolutivo sull’uso del plexiglass che sarà offerto a prezzo scontato insieme al caffè.
“Io non so, io non so più a chi credere” cantava Lucio Battisti delle Tre verità. I mesi sono tre, le (finte o mezze) verità molte di più.
La nazione, già impaurita dal virus, spaesata dalla clausura, angosciata dalla crisi economica, pare smarrita. Non per caso una modesta figura senza carisma e senza genio come il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha raggiunto il massimo della popolarità e i governatori più fermi, autoritari e irruenti, come il campano De Luca, hanno ribaltato le statistiche del consenso. È l’effetto dell’umanissimo desiderio di rassicurazione e tranquillità.
Il rischio maggiore in questo contesto è il dilagare del complottismo. Facile cadere in suggestioni per l’individuo che non trova risposte credibili e condivise.
Si addossa la colpa della confusione ai giornalisti, rei di dar voce a tutti. Ora, a prescindere dal fatto che i tutti in questione sono fior di studiosi, si tratta di mera libertà di stampa. Dovrebbe essere considerata un bene.
Più probabile è che lo smarrimento diffuso provocato dalle diverse opinioni degli scienziati sia il mero effetto dell’abitudine, indotta anche dalle reti sociali, a fermarsi ai titoli e non leggere completamente gli articoli con il corollario di abiura e mollezza dello spirito critico.
Un suo modesto esercizio potrebbe indurre a ritenere le tante diverse opinioni degli studiosi, espressione di una verità più grande: nel momento in cui ci credevamo invincibili e immuni il virus ci ha posto innanzi alla nostra finitezza e precarietà. Dovremmo saperlo ma lo rimuoviamo o pensiamo di rimuovere. La tecnologia è un grande alibi per questa rimozione.
Giancristiano Desiderio qui, su questa pagine, il 9 marzo ha scritto “è la cultura di massa nella quale siamo immersi che ci induce ad abbracciare una serie di miti e il più confortevole di tutti è che si viva nel migliore dei mondi possibili e che, cambiamento climatico a parte, nulla di così decisivo ci potrà mai capitare da cambiare le nostre vite. E invece…“.
Il Corriere della Sera ha intervistato il più prestigioso e autorevole degli immunologi italiani, Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas. Ha esordito con queste parole, che evidentemente hanno letto in pochi: “Siamo di fronte a un virus che scombussola tutte le acquisizioni fin qui accumulate. Il Sars-CoV-2 dovrebbe rendere consapevoli i ricercatori dei propri limiti di conoscenza“. Lo scienziato ha, poi, smentito smentito ogni ipotesi di indebolimento del virus: “siamo alle prese con un virus relativamente stabile e questo è incoraggiante per studiare il vaccino“.
Non è, dunque, che ci siano troppe verità intorno al Sars-CoV-2, è vero che ci sono solo mezze verità per il banale motivo che la nostra conoscenza, come la nostra vita è finita, limitata. Non conosciamo tutto, non possiamo conoscere tutto, non conosceremo mai tutto.
Occorre il buon senso, o forse il coraggio, di riconoscerlo, ammetterlo, ripeterlo. Un esercizio utile anche per un’immunità di gregge dal virus delle verità nascoste e dei complottismi. Sarebbero, infatti, tutti sgretolati alle fondamenta: se non esiste verità palese da smentire, non esiste verità occulta da affermare.