Alito di mare e nobiltà, poi il casatiello di Fofò

Il blu appare a scorci. Soprattutto si avverte nell’aria salmastra, nella sua mitezza, nel colore della luce. L’alito del mare qui porta con se anche quello della nobiltà, come tutti i luoghi attraversati nella storia dall’aristocrazia e dalle sue addende.
San Giorgio a Cremano, appena fuori Napoli, appena sotto il Vesuvio. È un susseguirsi di segni di bellezza, ville, chiese, vestigia.

Fofò Ferriere è un moderno dignitario dell’antica regalità. Elegante d’abito e modi, con vezzi di eccentricità discreta. Ha la cultura dei luoghi. Delle opere architettoniche e della sapienza degli uomini che hanno coltivato e coltivano le fertili terre. Un peculiare (e saporitissimo) ecotipo di pomodoro porta il suo nome. Come pure una altrettanto gustosa passata di pomodori lunghi, che sarebbero i San Marzano. Ma non si può dire perché la denominazione d’origine riguarda solo i pelati.

Fofò è l’avamposto, si direbbe il frontman, di un universo gastronomico raccolto a mo’ di collezione oltre che nelle sue conoscenze, nelle attività commerciali svolte sotto l’insegna Tallioo. Tallioo è il lemma onomatopeico che riproduce il grido anglofono “Tally ho” con cui i nobili (la nobiltà ricorre) del regno d’oltremanica annunciavano l’avvistamento della volpe durante la caccia .

Lanciato come pub, oggi è un bazar labirintico delle eccellenze gastronomiche. Vivacemente animato dalla famiglia Ferriere, i cui componenti, ciascuno addetto a qualche funzione, appaiono in un susseguirsi che evoca un film corale altmaniano.

Tallioo include la birreria, il giardino della birra in stile tedesco, l’osteria accostata, se non emblematicamente abbracciata alle mura di una chiesa sconsacrata del ‘600, il bar e presto anche una panetteria. Non manca la rivendita di prelibatezze selezionate in ogni angolo d’Italia e non. Vi si può trovare, per dire, anche la cioccolata Prestat adusa alla dentiera regale di Sua Maestà Elisabetta.

Molto plebee, le fauci nostre son giunte qui per i Casatielli. La maiuscola è un errore grammaticale, utile espediente per trasferire con immediatezza simbolica la squisitezza del manufatto.

Il pomodoro è pressoché ovunque nel regno dei Ferriere come nella cucina napoletana. Non nel casatiello, ove di vegetale c’è solo la farina e il pepe. Lievitazione perfetta, ripieno saporito il giusto per la evidente qualità degli ingredienti. Il casatiello, rustico tipico pasquale, come narra Fofò, deriva il suo nome dal “caso”, il formaggio. C’è ma non è schiacciante. C’è lo strutto pure, evidente ma non invadente come troppo spesso capita. Ci sono i salumi prelibati. Che delizia quando in bocca ciascun sapore si distingue e poi si impasta, in consistenza e gusto, all’uovo per stemperarsi nella pasta.

Fofò non terminerebbe mai di raccontare né di offrire. Allunga le mani curate ed eleganti, afferrando per offrire ora il dolce (la cassata sopraffina con ricotta di pecora e gocce di cioccolato, da raccontare in un prossimo poemetto) ora il salato, sempre la “pummarola”.

Buona Pasqua con il Casatiello di Tallioo.

Tallioo
San Giorgio a Cremano, corso Roma 14-19
tel. 081480336