La paura fa… cacofonia e onanismo
La cronaca della pestilenza Covid19 è cacofonica. Occorrerà sperare in un epigono del Manzoni per vaccinare dalla dissonanza le coeve cronache dell’epidemia.
Assembrati a prescindere
Prendete la foto che incombe su queste righe. Si vedono sei esseri su un litorale sconfinato. Forse sono otto, a gruppi di due in fila per niente, col resto di niente. Sono sparsi, potrebbero anche essere spaesati tanto è il vuoto intorno a loro. I titoli che quella foto illustrano sono «Litorale affollato nonostante le restrizioni» (prima pagina, taglio medio) e «Le restrizioni non fermano i turisti», pagina interna, taglio alto. Il tutto su Latina oggi di martedì 10 novembre. La caccia al male ha prodotto questa e altre svariate cacofonie.
L’assembramento è il male. Ed è ovunque, anche dove non c’è. Anzi, nella paralisi della cognizione prodotta da perduranti presagi mesti e vaghi, l’assembramento c’è a prescindere. Ciascun essere vivente è esso stesso assembramento, passibile di delazione, denuncia, gogna su Instagram, Facebook e tutte le piazze possibili, compresi i giornali. Biasimare l’assembramento è l’onanismo del foltissimo esercito dei cacciatori di streghe. Vengono arruolati a migliaia, somministrando pasticche di ecstasy delle paura. Spacciatori autorizzati: governanti e cronisti .
Altri assembramenti e onanismo
Restando sulla melodia del tempo, onanismo e cacofonia, l’attaccante russo Dzyuba, capitano del team di San Pietroburgo, ha perso il posto in nazionale, dove pure era attaccante titolare, per aver immaginato, si suppone, di assembrarsi con la ex, la presentatrice tv Maria Orzul (Masha su Instagram).
Ne è nato un assembramento onanistico tra il calciatore, i suoi arti superiori e il suo coso, trasmesso via social in differita, come, un tempo, un tempo di una partita di Serie A. Apoteosi di onanismo social, insomma.
La Federazione calcistica russa non l’ha presa bene e per darsi un’aria dabbene ha cacciato il giovanotto. Il che conferma la Russia ai vertici dei paesi cacofonici di questo abbrivio di secolo: avveleni un leader dell’opposizione e ti fanno eroe, ti tocchi e ti cacciano dal campo.
La dolce pena
Una cronaca sportiva astemia, che già non avrebbe riportato i fatti prima contati, a questo punto annoterebbe un commentino alla sentenza della Corte di Appello Federale sul caso Napoli – ASL – Juventus.
Il secondo grado dell’organo di giustizia sportiva ha confermato il 3- 0 per i bianconeri. La vicenda, però, come abbiamo già osservato, occuperà diversi gradi di giudizio. Siamo alle schermaglie iniziali che invero suonano come sciabolate sulla faccia di De Laurentis e dell’ASL.
Anche qui si impone un tono cacofonico. I giudici sposano ed esasperano l’ipotesi di una consonanza preordinatamene fraudolenta tra Napoli e ASL. Una bella associazione per delinquere, insomma, al cui cospetto il 3-0 a tavolino pare una dolce euchessina.
SUL CAMPO
Nessuno dei match della scorsa settimana tra i team più accreditati per la vittoria del campionato è stato decisivo ad alcunché. Juve trapattoniana e insolitamente fragile di carattere, Lazio incompiuta ma cocciuta, Inter amorfa, Atalanta sbrindellata. Al momento va così, cambierà. Come previsto, il Milan ha rallentato la corsa contro un’Hellas di cui i numeri esplicitano la forza, questa si, non passeggera: cinque gol subiti sin qui, ne fanno la difesa migliore del campionato.
Noticina sulla Roma: pare la squadra più equilibrata del campionato e questo conterà nella classifica finale.
Spiace vedere Pippo Inzaghi intimorito e saccheggiato in casa sua dallo Spezia di Vincenzo Italiano. Il Benevento dell’ex bomber gode ancora degli effetti di una duplice vittoria su sette gare (5 perse in malo modo) ma avverte il peso dei troppi gol subiti. Unico team a non aver sin qui mai pareggiato. Inzaghi allenatore non è cacofonico, non è dissonante dal Pippo calciatore: o tutto o niente. Lo attendono due turni difficili, da come ne uscirà dipenderà il futuro. Il primo pareggio della stagione sarebbe già utile.
E le nazionali? La Nations League in tempo di pandemia è la madre di tutte le cacofonie della UEFA. Inutile spenderci inchiostro (si, perché la bozza di questi articoli la scrivo ancora sulla carta).