Edoardo Tresoldi, l’artista della materia assente
Si sa che l’arte, quando vive e si muove, è inafferrabile. Ci guardiamo attorno ma non riusciamo a immaginare chi, fra cent’anni, potrebbe finire sui libri di scuola dei nostri nipoti. I talenti ci sono, quello che manca è la giusta distanza. La prova del tempo.
Avete mai sentito parlare di Edoardo Tresoldi? Nato nel 1987, italiano, nel 2017 era già tra gli under 30 più influenti al mondo secondo Forbes. Spesso è stato definito “l’artista della materia assente”, un appellativo che gli si addice alla perfezione, in quanto le sue sculture creano l’illusione di una dimensione temporale sospesa tra presente, passato e futuro. Il suo materiale prediletto è la rete metallica – proprio quella che spesso viene utilizzata per ingabbiare gli animali da cortile – che nelle mani di Edoardo si trasforma nella trama del tempo.
È un concetto meraviglioso. Ad esempio, nella sua famosissima ristrutturazione della Basilica di Siponto (Dove l’arte ricostruisce il tempo, 2016), i vuoti della rete creano contemporaneamente l’illusione futuristica di pixel 3d e una perfetta ricostruzione dell’edificio paleocristiano, catapultando l’osservatore in un’epoca sospesa.
Il suo stile architettonico trasmette le sensazioni dei quadri di De Chirico: al di là delle leggi della fisica, sembra rispondere a quelle di un universo parallelo. Inoltre, il suo modo di concepire la ristrutturazione è probabilmente tra i più innovativi mai ideati: non è invasivo. In L’arte ricostruisce il tempo ciò che resta della costruzione originaria, semidistrutta da un terremoto, viene lasciato così com’è. L’evento non viene cancellato, eppure l’edificio acquisisce un nuovo splendore tornando agli antichi fasti. La sua arte è la concretizzazione visiva di un ossimoro.
Il talento di Edoardo è stato molto apprezzato anche all’estero. Da Gennaio di quest’anno il soffitto del ristorante Cathédrale di New York è adornato da una mastodontica installazione in rete metallica intitolata Fillmore East, in onore della celeberrima sala concerti attiva fino agli anni ’70, frequentata da artisti come Frank Zappa e Janis Joplin.
L’ultimissimo progetto di Edoardo è un workshop dedicato alla riqualificazione delle periferie e rivolto a giovani architetti. L’Italia ha tantissimi edifici storici, reperti e patrimoni abbandonati al degrado più totale. Non vediamo l’ora di rivedere all’opera, anche sul territorio nazionale, il genio creativo di questo giovane artista.