La pernacchia dei pirati agli editori e alla Procura di Bari

Nella epica lotta tra l’uomo di libertà Jack Sparrow e la potente Compagnia delle Indie Orientali, guidata dall’avido Cuttler Beckett, nel maggio 2020 si registra un colpo di scena: il cannoneggiamento dalla rada della vanesia flottiglia della Procura di Bari, alleata della compagnia. Un strambata nel copione della saga dei Pirati dei Caraibi destinata a sbilanciare l’equilibrio implicito della battaglia tra la sfrontata astuzia piratesca e l’ottusa intelligenza commerciale.

Si potrebbe sintetizzare così il sequestro da parte degli inquirenti pugliesi di un centinaio di gruppi Telegram, rei di pirateria informatica dedita alla diffusione gratuita delle copie PDF di quotidiani e riviste.

Telegram, privacy e pirateria

Telegram è l’applicazione di messaggistica istantanea creata nel 2013 da Nikolaj e Pavel Durov, all’epoca trentenni. L’applicazione è gestita da una società senza fini di lucro, oggi con sede a Dubai.

La mission di Telegram si riassume in privacy, sicurezza, velocità, disponibilità . Questa caratteristiche ne fanno uno degli strumenti preferiti dagli amanti e dai Jack Sparrow all’assalto dei carichi di materiale protetto da copyright: libri, riviste, film, giochi, serie tv a via discorrendo.

Chiaramente in un servizio siffatto circolano anche contenuti che configurano reati ben più gravi e allarmanti della pirateria del diritto d’autore. Recentemente un’inchiesta giornalistica, ad esempio, ha svelato l’esistenza di gruppi di revenge porn.

La FIEG, la Procura, il danno inverosimile

Tra tutti i contenuti illegalmente diffusi via Telegram i solerti magistrati baresi si sono avventati sui giornali e le riviste in lingua italiana (i canali che diffondono giornali internazionali sono ancora belli che aperti).

L’azione repressiva, in effetti, è stata azionata da una denuncia della Fieg (Federazione Italiana Editori Giornali) che, senza pena di ridicolo, aveva chiesto addirittura la chiusura di Telegram.

A fondamento del provvedimento cautelare dei magistrati un presunto danno agli editori di centinaia di milioni di euro.
La cifra è determinata con un percorso sillogico per il quale il comportamento degli utenti Telegram sarebbe collocabile dagli psicologi nella fase prescolare dell’evoluzione del soggetto: moltiplicazione del numero di iscritti ai canali sequestrati per il prezzo della copia per il numero quotidiani diffusi e poi ancora per il numero di uscite di annue.
Come se ciascun utente, senza la disponibilità dei pdf, comprasse ogni giorno tutti i quotidiani. E voilà , si determina così la ragguardevole e astratta cifra di 670mila euro al giorno di ricavi sottratti agli editori, per un danno annuo di oltre 250milioni di euro.

Bisogna ammettere che gli sceneggiatori dei Pirati dei Caraibi sono stati più generosi nel tratteggiare il capo della compagnia dei mercanti, attribuendogli maggior perspicacia.

Con un downgrade della nostra intelligenza a livello congruo all’ipotesi della Fieg, fatta propria dai magistrati baresi, potremmo, dunque, supporre che dal 27 aprile, data del sequestro, gli editori abbiano incassato 670mila euro in più al giorno. Per le otto uscite dalla data del sequestro ad oggi fanno 5milioni e passa di maggiori ricavi. Uno tsunami di liquidità mentre tutta l’economia crolla.

Chiediamo alla FIEG un immediato atto di solidarietà per gli imprenditori danneggiati dal coronavirus. Doni 5milioni alla Protezione Civile e si goda gli introiti da qui in avanti.

La crisi profonda del’editoria non dipende dalla pirateria

Le cose sono un po’ più complesse. Una ricerca dell’area studi di Mediobanca pubblicata a dicembre 2019 ha stimato in 678milioni le perdite accumulate dagli editori italiani nel periodo 2014-2018, con un riflesso in termini occupazionali pari a 2540 licenziamenti. Nello stesso periodo si sono dimezzati gli investimenti.
Nel solo 2018, poi, i ricavi sono diminuiti del 4% rispetto all’anno precedente, restando per oltre i due terzi ancorati alla diffusione cartacea. Le vendite in edicola, del resto, sono calate costantemente dal 2003 (dieci anni prima che Telegram esistesse) arrivando a una contrazione oggi stimabile intorno 70% complessivo. Si pensi che il Corriere della sera è sceso da oltre 700mila copie vendute al giorno a poco più di 200mila.

Problemi e soluzione dell’editoria italiana e mondiale sono altrove che non su Telegram. Solo pochi editori, d’altronde, hanno saputo individuare modelli per resistere alla crisi o invertire il ciclo e restare in utile. In Italia ci è riuscito Urbano Cairo, nato pubblicitario.

I pirati spernacchiano e dettano la linea agli editori

La ciurma dei pirati Telegram dopo il sequestro giudiziario ha lanciato un ultimo messaggio, prima della presumibile rinascita (i giornali italiani sono di nuovo ampiamente reperibili su Telegram, ove mai avessero smesso di esserlo).
Molti editori dovrebbero ringraziarci, abbiamo dato visibilità a 90mila utenti in un istante a riviste che avevano si e no un centinaio di lettori. D’altronde più di una rivista ci ha chiesto di pubblicizzare sul nostro canale i suoi numeri poter farsi conoscere“.

I pirati hanno ragione. E in un’epoca di suggestioni e fake news, aggiungeremmo, estremizzando, hanno offerto un servizio che potrebbe intendersi di pubblica utilità.

Dopo il pernacchio la ciurma indica la strategia: “È così difficile creare un servizio freemium, che consenta di accedere a più giornali e riviste insieme a un costo ridotto? Sono nate Netflix, Spotify, Disney plus e cento altre piattaforme analoghe. Non si può fare lo stesso per giornali e riviste? È così difficile prendere spunto da questi servizi che hanno ridotto al minimo la pirateria di musica e film?

E hanno ancora ragione. Napster non ha insegnato nulla. Contro la pirateria basta offrire servizi ampi a prezzi accessibili. Per le riviste ci sta provando Readly che con un abbonamento da 9,99 euro al mese rende accessibili una miriade di testate italiane.

Per i quotidiani, viste le dichiarazioni, c’è da attendere che i vertici dell’editoria nazionale, dopo quella prescolare, superino anche la fase fallica e divengano adulti.