“Harry ti presento Sally” è la miglior commedia romantica di sempre?
Harry ti presento Sally ha 32 anni e non mostra nessun segno di invecchiamento (a differenza degli attori, in overdose da chirurgia plastica). La firma è quella di Rob Reiner, regista di Stand by me – ricordo di un’estate e Misery non deve morire. Ma soprattutto quella di Nora Ephron, sceneggiatrice di Insonnia d’amore e C’è posta per te. L’unione di queste due menti sublimi ha fatto nascere quella che probabilmente è la commedia d’amore più bella di sempre.
Capolavoro di sceneggiatura, una regia impeccabile e attori sublimi. Il film si svolge tutto intorno a un’unica grande affermazione: “Uomini e donne non possono essere amici, perché il sesso ci si mette sempre di mezzo.”
È davvero così? La storia si dipana nel corso di dodici anni sciogliendo ogni dubbio al riguardo. Ci fa credere che questo sia possibile attraverso la bellissima amicizia di Harry e Sally per rivelarci alla fine che il grande amore, quello vero, passionale e sincero è stato sempre nascosto. Covato, non visto, come una perla rara in attesa solamente di un pretesto per prorompere in tutta la sua forza.
Siamo negli anni ’70 e Sally e Harry, appena usciti dal college, devono trasferirsi a New York per motivi diversi. Lei per iscriversi a una scuola di giornalismo, lui per diventare consulente politico. Messi in contatto dalla migliore amica di Sally (e moglie di Harry) i due condivideranno le 18 ore che separano Chicago da New York in un viaggio che è diventato un cult del cinema. E non solo perla meravigliosa e inimitabile scena dell’orgasmo di Meg Ryan. Ma soprattutto per il linguaggio fresco e i dialoghi brillanti giocati sempre in bilico tra l’ironia e il cinismo (di Harry, soprattutto), cuciti su misura per Billy Crystal e Meg Ryan.
I due sono agli antipodi e formano una coppia perfetta che si intreccia e modella attraverso un continuo botta e risposta. Incastrandosi, soprattutto, in modo eccellente nel miscuglio di sarcasmo e romanticismo che caratterizza i loro personaggi e che ha dato luogo ad alcune tra le più belle battute del cinema.
Harry ha fatto del cinismo il suo cavallo di battaglia. Affronta la vita con disillusione, ha sempre la battuta pronta e quando compra un libro legge sempre l’ultima pagina per prima “così, se muoio prima di finire, so quello che succede”. Sally al contrario è un’inguaribile romantica. Una donna indipendente, esigente – pensiamo alle sue ordinazioni al ristorante – che però cerca il grande amore.
Ma, come si diceva, c’è la scena dell’orgasmo. Indimenticabile. Talmente indimenticabile che il Katz’s Delicatessen di New York, nella quale si svolge, ha ancora oggi un cartello che recita “Hope you have what she had”. Letteralmente, “Vi auguriamo di avere quello che ha avuto lei”. In omaggio alla celebre frase detta dalla signora del tavolo accanto – interpretata dalla madre del regista.
Da qui, il film affronta quella che potrebbe essere la vita di ognuno di noi. Ci si incontra, ci si perde, ci si ritrova dopo anni e si diventa amici. Un rapporto complice che si evolve in una New York che è parte integrante della storia. Una co-protagonista incantevole che segue i due e la loro evoluzione, interagendo con loro come una vecchia amica.
Una città non casuale, scelta dalla sceneggiatrice Nora Ephron (Insonnia d’amore, C’è posta per te) proprio perché in una metropoli come quella “insieme piccola e grande, era incredibile che due persone si incontrassero in un modo tanto strano“. A pensarci ora, la storia di Harry e Sally poteva svolgersi solo lì. New York esalta la tensione amorosa tra i due e, diciamolo, crea quel clima di palpabile romanticismo che rende la pellicola così bella.
Ma alla fine Harry ti presento Sally è un film sull’amicizia o sull’amore?
Su entrambi, direbbe qualcuno. E invece no. O meglio non solo. È un film sulle differenze, sull’essere uomo e donna, sul diverso modo di vedere le cose. Ed è proprio questo che lo rende immortale e, a distanza di così tanti anni, ancora perfettamente godibile.