La problematica comunicazione di EMA sui rischi del vaccino Vaxzevria
Se la comunicazione riguarda le “incognite sconosciute” di Vaxzevria, è il caos in EMA
Nel Febbraio del 2002 Donald Rumsfeld è sotto pressione: deve provare che l’Iraq rifornisce i terroristi con armi di distruzione di massa. Il segretario della Difesa di un’America belligerante argomenta abilmente una giustificazione con delle parole entrate nella storia:
“Perché come sappiamo, ci sono certezze note; ovvero cose che sappiamo di sapere. Sappiamo anche che ci sono elementi incogniti ma noti; vale a dire che sappiamo che ci sono alcune cose che non sappiamo. Ma ci sono anche incognite sconosciute, quelle che non sappiamo di non sapere”
Per Rumsfeld è importante persuadere in conferenza stampa che gli elementi da “valutare” per andare in guerra in Iraq sono the unknown unknown. Rumsfeld non teme le pressioni nel fornire evidenze e con perspicacia politica turba la platea con una tempesta di sabbia che celerebbe incognite sconosciute nel deserto iracheno.
Un capolavoro di diplomazia dunque, non ingannevole né sibillino, che instilla il dubbio, non risponde né offre prove.
Una tattica simile a quella attuata dal responsabile della strategia sui vaccini di EMA, il dottor Marco Cavaleri. Il quale, con inquietante naturalezza, ci mette al corrente del possibile manifestarsi di trombosi cerebrali dovute al vaccino AstraZeneca impossibili da prevedere. In quanto non esistono fenomeni precedentemente documentati. In pratica, ci suggerisce l’esistenza di biological unknown unknown.
Queste le parole che usa abilmente sulle pagine de “Il Messaggero” del 6 aprile a proposito dei rari eventi avversi in relazione alle vaccinazioni con AstraZeneca:
“Secondo me ormai possiamo dirlo, è chiaro c’è una associazione con il vaccino. Cosa causi questa reazione, però, ancora non lo sappiamo. Queste trombosi cerebrali con carenze di piastrine sembrano essere l’evento principale da approfondire. In sintesi: nelle prossime ore diremo che il collegamento c’è, come questo avviene dobbiamo però ancora capirlo”.
Avvolti nella nebbia delle incognite sconosciute aspettiamo che la scienza, con i suoi tempi, la diradi a vantaggio della salute pubblica, anche mentale.
Nulla da eccepire se tali quesiti scientifici fossero il cruccio di ricercatori intenti a investigare i possibili meccanismi alla base di questa rara blood clotting syndrome associata a Vaxzevria. Tuttavia, il Dr Cavaleri è il responsabile all’EMA della strategia vaccinale e delle minacce biologiche alla salute e ha di fatto raccomandato l’approvazione dei vaccini Covid-19 alla Commissione Europea.
In sostanza, la guerra al Covid-19 la si combatte con il vaccino ma il dottor Cavaleri ci sta allertando, motu proprio e non tramite EMA, e non contro il virus nemico da debellare; paradossalmente instilla il dubbio sulle stesse armi biologiche che ha consigliato di approvare come antidoto.
Ci svela che si va in guerra con armi che serbano esse stesse “incognite sconosciute” e si preoccupa dell’origine di questi eventi avversi spostando l’attenzione su tale aspetto, entusiasmante da un punto di vista scientifico.
Un capolavoro di informazione pubblica, non ingannevole né fumoso:
“Stiamo cercando di avere il quadro preciso di cosa succede, di definire nel dettaglio questa sindrome dovuta al vaccino“.
Eppure ci confonde, ci turba con le sue anticipazioni, non risponde con completezza né offre prove, che evidentemente un’agenzia regolatoria come EMA non è in grado di offrire in merito alla causa biologica di questa sindrome.
Pare che la preoccupazione principale di Cavaleri sia capire il perché di questi eventi avversi, anche mortali, piuttosto che entrare nei dettagli delle campagne vaccinali. Benché l’alto funzionario abbia ricevuto da EMA chiare deleghe in proposito.
La vera questione, però, non è l’abilità nel comunicare con pacatezza le incognite giustamente sconosciute che tutti i farmaci celano, bensì la palese differenza di passo nel percorso di autorizzazione che i vaccini genetici hanno rapidamente ottenuto da EMA in confronto all’inerzia mostrata nel dare indicazioni specifiche o nel dissolvere alacremente, e con dati robusti, le incertezze irradiate da un rappresentante dell’Agenzia Europea per i Medicinali.
Come rivela infatti lo stesso Dr Cavaleri:
“Questa settimana inizieremo a dare delle definizioni preliminari, ma difficilmente arriveremo a indicare dei limiti di età come hanno fatto vari Paesi. Per la semplice ragione che noi siamo un’agenzia regolatoria e dobbiamo avere dati molto precisi sul rapporto rischio-benefici“.
Dietro questa cortina di parole, ora davvero ambigue, si malcela un fondato timore nel prendere rapidamente una posizione ferma. D’altronde, specialmente nella fase di post-commercializzazione, un eventuale stop alla distribuzione del prodotto vaccinale diverrebbe quanto meno un grattacapo per l’agenzia regolatoria che ha entusiasticamente collaborato e offerto uno scientific advice alle aziende farmaceutiche durante l’iter di autorizzazione dei vaccini.
Dunque, il Dr Cavaleri sposta di nuovo l’attenzione non sulla visione globale che uno stratega come lui dovrebbe avere e dice:
“In molti si aspettano che EMA risolva la questione per tutti, ma non è semplice”.
Appare dunque chiaro che la conditional marketing authorization è stata utile a livello globale per introdurre Comirnaty, Moderna e Vaxzevria nell’Unione europea, ma quando sorgono dei problemi si rimanda invece alle diverse situazioni epidemiche (in Norvegia per esempio non ci sono quasi più vittime di Covid-19 mentre in Italia abbiamo ancora 400 decessi al giorno).
Il dottor Cavaleri afferma ancora:
“Le agenzie di salute pubblica che gestiscono le varie campagne di vaccinazioni hanno diverse opzioni a disposizione e possono usarle come meglio ritengono” .
Evidenziando ironicamente la sua virtù da vero leader che propende a delegare in un momento in cui c’è invece bisogno di assoluta coerenza nelle decisioni e nelle azioni a livello centrale, come è appunto avvenuto con l’introduzione dei vaccini genetici nell’Unione europea.
EMA ha subito preso le distanze dal dottor Cavaleri e non menzionando lui o l’intervista al Messaggero fa da controcoro comunicando alla Agence France-Presse che non si è giunti ancora a una conclusione sul legame tra il vaccino AstraZeneca e gli episodi trombotici e che la revisione dei dati è ancora in corso.
Aspettiamo dunque le comunicazioni ufficiali di EMA ad horas con la ragionevole speranza che ci siano dati robusti per valutare scientificamente se e in cosa consistano queste incognite sconosciute di Vaxzevria, ammesso ci siano evidenze statisticamente significative. Dopo tale caos nella comunicazione sono necessarie nuove indicazioni in merito al rapporto benefici-rischi per le diverse fasce di età e specifici gruppi di persone.