Il comizio crespuscolare di Danilo Toninelli
Danilo Toninelli, già Ministro delle Infrastrutture, frontman dei 5 Stelle nella campagna elettorale in corso, ha presentato due dei candidati del M5S al Consiglio Regionale della Campania con un comizio crepuscolare.
San Giorgio Del Sannio è un paesino tra i più vivaci economicamente della depressa e isolata provincia di Benevento.
Qui i leader da sempre passano quasi come per una sosta all’autogrill. Un atto dovuto ai militanti, una pausa ristoratrice in un territorio che dai tempi delle forche caudine, complice il modesto peso demografico oltre che produttivo, non conta e non decide molto, a dispetto delle cariche e dei ruoli di alcuni animali politici che hanno attraversato prima e seconda repubblica con cariche di rilievo e che qui hanno i natali. Clemente Mastella e Umberto Umberto Del Basso De Caro, redivivi, su tutti.
Nel Sannio il M5S ha sbancato alle ultime politiche, eleggendo tutti i propri candidati, con una quantità di voti che sarebbe bastata ad eleggerne anche un altro se ci fosse stato.
All’orario fissato per il comizio stupisce la quiete. Non una macchina delle forze dell’ordine, non un lampeggiante, non un crocchio, di quelli tipici di questo tipo di appuntamenti elettorali. Le ragazze scure e cortesi, interrotte nella loro conversazione, non sanno indicare il luogo dell’incontro. Un isolato vigile urbano agita e sbatte sulla gamba una paletta inutile. Nessun traffico da dirimere.
Ci sono le Senatrici Ricciardi e De Lucia, due consigliere comunali, i due candidati, un paio di militanti addetti all’impianto audio, un paio di assistenti, una decina di altre persone, quindici al più, contando anche qualche cronista.
Il frontman tarda, arriverà con un’ora e mezza di ritardo, quando la luce e il caldo del pomeriggio si sciolgono nel crepuscolo di fine giornata, che pare metafora della fine del ciclo positivo del movimento.
Il fervore arrabbiato e partecipativo è desaparecido. Non solo non c’è il pubblico dei curiosi, ma manca anche quello dei militanti. Eppure ci sono senatori, consiglieri, candidati ed è atteso un ex ministro. Un parterre di alto rango, insomma.
“Il Consiglio Regionale gestirà un sacco di soldi” quindi non votate i ladroni, è l’alert lanciato dal leader lombardo. De Luca è il male, l’antieuropeismo del movimento non è più tale perché Conte ha cambiato l’orientamento dell’Europa e ora prendiamo i soldi del Recovery Fund, i Governatori hanno ostacolato il Governo. Il Ministro, impallinato nel cambio di coalizione, si attribuisce il merito del ponte di Genova poco prima di chiudere con un passaggio sul referendum e sui soldi che si risparmieranno.
“Soldi” è il lemma più ricorrente negli interventi degli esponenti pentastellati insieme a “basta”. Tutti dimentichi che il movimento è forza di governo e che la fase del vaffanculo è finita da un pezzo.
Nonostante l’attenzione minuziosa, non si coglie una sola parola di programma, di progetto, di speranza per una terra che ne avrebbe bisogno, prosciugata di capitale umano da un’emigrazione che pare inarrestabile.
Nel vuoto di idee sulla Campania e sul paese, l’unico intervento efficace è quello della Senatrice De Lucia che rivendica le attività e gli investimenti per le infrastrutture scolastiche e l’istruzione.
Prima che il crepuscolo volga a buio, il comizio finisce tra applausi smorti, occhiate perplesse, una certa dose di mollezza. Come se mancasse al movimento una spinta ideale ed emotiva dal centro come dalla base, come se l’esperienza di governo pesasse di un peso schiacciante.
Forse è la carenza di classe dirigente, Di Maio e Di Battista non hanno epigoni o molti pochi. Toninelli trascina il peso della esperienza di governo, breve e densa di gaffe. Di certo “Toni”, come dal pubblico lo hanno appellato, richiamandolo per il ritardo, non è il frontman migliore per risollevare morale e sorti di una base demoralizzata.